Sergio Scabar
(Ronchi dei Legionari, 1946 – 2019)
Sergio Scabar è stato un fotografo entusiasta che ha scoperto la sua vocazione nel 1964. Tra il 1966 e il 1974, ha partecipato occasionalmente a gare fotografiche nazionali e internazionali, impiegando la fotografia soprattutto come mezzo di narrazione e di documentazione. Negli anni '80, però, la sua espressione artistica ha cambiato rotta: l'essere umano ha perso progressivamente il ruolo centrale nella sua visione, e Scabar ha rivolto la sua curiosità verso la natura, valorizzando gli elementi materiali e concettuali delle sue opere.
Un punto di svolta nella carriera di Scabar è stato il suo progetto "Il Teatro delle cose" nel 1996, che ha dato il via a una stampa alchemica con sali d'argento per produrre pezzi unici. Questa modalità artigianale di lavorare la fotografia si è distinta dalle sue opere precedenti, evidenziando il suo rapporto diretto con le materie, il recupero delle tecniche tradizionali, la cura e il rispetto dei tempi. In particolare, Scabar si è impegnato in una calibrazione accurata dei toni scuri, utilizzando relazioni chimiche e sensoriali, in un processo volto a scoprire la natura profonda della creatività.
L'artista ha esposto le sue opere in diverse gallerie private e istituzioni in Italia e all'estero, ricevendo il riconoscimento del suo apporto nel settore della fotografia artistica. La sua trasformazione artistica, dal racconto umano al confronto con la natura e alla sperimentazione alchemica, mostra un cammino ricco di pensieri e dedizione alla ricerca dell'essenza creativa.