Leonardo Dudreville
(Venezia, 1885 – Ghiffa, 1976)
Leonardo Dudreville (Venezia 1885 - Ghiffa, Novara 1975) cresce come pittore studiando a Brera e trasferendosi poi a Parigi nel 1906, insieme ad artisti come Anselmo Bucci, Aroldo Bonzagni e Gino Severini. In seguito, collabora con la "Scuola divisionista italiana" sotto la direzione di Alberto Grubicy. Nel 1910 Leonardo Dudreville si stabilisce a Milano dove tenta di unirsi ai futuristi, ma viene respinto perché Umberto Boccioni non vuole che entri nel movimento. Di conseguenza, Leonardo concepì una propria rivoluzione pittorica: le sue teorie e le sue immagini erano diverse da quelle dei futuristi. Espone questo tipo di opere nel 1914, con il movimento delle "Nuove Tendenze". Si trattava di un gruppo di "para-avanguardia", cioè di un gruppo di artisti che credevano nel rinnovamento delle arti, ma non nella distruzione di tutti i legami tradizionali con il mercato dell'arte e il pubblico. Dopo la prima guerra mondiale, Dudreville cercò di unirsi nuovamente ai futuristi e questa volta ebbe successo: presentò quindici quadri all'"Esposizione nazionale futurista", inaugurata il 22 marzo 1919 a Milano. Alla morte di Boccioni, il movimento, diretto da Marinetti, si propone come guida di tutte le avanguardie italiane, indistintamente. Nel frattempo, molti artisti iniziarono a dipingere con una nuova concezione sintetica e intelligibile della forma e della realtà. È il "ritorno all'ordine". Seguendo entrambi questi movimenti, Leonardo, insieme ad altri pittori (Funi, Russoli e Sironi), sottoscrisse un Manifesto futurista, intitolato Contro tutti i ritorni in pittura. Qui dichiara che la nuova arte deve basarsi su esperienze d'avanguardia e non sulle tradizioni classiche nazionali; ma spiega anche che la nuova pittura deve essere leggibile e comprensibile al grande pubblico. Allo stesso tempo, De Chirico, Carra e altri artisti lavoravano sulla tradizione antica italiana e sulle nuove filosofie dell'arte, al fine di fondere il passato nella nuova ansiosa necessità della società moderna. Negli anni 1919-1922 tutti questi artisti si incontrarono nelle stesse mostre nazionali e internazionali; alcuni di loro praticarono contemporaneamente il Futurismo, l'Astrattismo, il Primitivismo o il semplice Realismo; e tutti attirarono l'attenzione degli stessi critici d'arte. È la stagione del "Movimentismo", il periodo di maggiore e più vasta attività teorica e associativa. La storia di Leonardo Dudreville offre un interessante esempio di questo momento dell'arte italiana.