Cristiano Banti
(Santa Croce sull’ Arno, 1824 – Montemurlo, 1904)
Cristiano Banti nacque in un'agiata famiglia a Santa Croce sull'Arno in provincia di Pisa. Studiò all'Accademia di Siena con l'artista Francesco Nenci dal quale ricevette una formazione di stampo neoclassico, incentrata sulla realizzazione di grandi composizioni di soggetto storico. Nel 1854 si trasferì a Firenze dove prese a frequentare il Caffè Michelangelo, ritrovo dei macchiaioli. I suoi primi dipinti di soggetto storico ("Galileo davanti al Tribunale dell'Inquisizione del 1857, Torquato Tasso e Eleonora d'Este" del 1858) sono influenzati dalla pittura di Domenico Morelli e Saverio Altamura. A fianco dei macchiaioli si interessò alla resa della natura e degli effetti di luce, sperimentando l'uso dello specchio nero. Non dovendo sottostare a esigenze economiche, si ritirò dapprima nelle sua villa di campagna a Montelupo, dove dipinse en plein air insieme agli amici da lui ospitati (tra questi Signorini, Pointeau, Borrani). Poi, con Cabianca, si trasferì a Piantavigne presso Castelfranco di Sopra, continuando a ricercare effetti di luce nella rappresentazione di contadine colte in momenti di vita quotidiana e atteggiate a intima nobiltà. Nel frattempo, nel 1861, un viaggio a Parigi lo portò a conoscere la scuola di Barbizon, le opere di Corot e di Troyon. Ad un secondo viaggio a Parigi nel 1875, ne seguiranno altri due a Londra nel 1879 e nel 1887 per conoscere la pittura inglese. Mise insieme un'importante collezione di quadri (oggi dispersa), composta in prevalenza delle opere dei macchiaioli da lui acquistate come generoso sostegno economico. Intorno al 1880, in un momento di dissenso con i macchiaioli, si trasferì a Montorsoli presso Castelfiorentino e, in ultimo, a Montemurlo dove trascorse gli ultimi venti anni di vita, di nuovo pacificato con i suoi amici di sempre.
Fu professore all'Accademia di Firenze e membro della commissione di riordinamento degli Uffizi.