Claes Oldenburg

(Stockholm , 1929 – New York, 1922)

Biography

Claes Oldenburg, nato nel 1929 a Stoccolma, non era uno scultore convenzionale. Scambiò il marmo scolpito con il vinile e la tela, e oggetti quotidiani come hamburger e macchine da scrivere divennero la sua musa. Con i suoi giganti giocosi e le sculture morbide, è diventato una figura di spicco della Pop Art, cambiando per sempre il modo in cui vediamo il mondo intorno a noi. La vita di Oldenburg ha attraversato continenti e mezzi espressivi. La sua infanzia, divisa tra Svezia, Norvegia e Stati Uniti, ha alimentato uno sguardo da outsider che in seguito ha nutrito la sua ribellione artistica. Ha iniziato con la pittura e il giornalismo, ma la scultura alla fine lo ha chiamato. Inizialmente attratto dall'espressionismo astratto, ne sentiva la dimensione e l'emozione, ma desiderava un nuovo linguaggio.

Negli anni '60, New York è diventata la sua tela. Ha trasformato il suo studio in "The Store", riempiendolo di repliche in cartapesta di oggetti come vestiti e cibo, offuscando i confini tra arte e vita. Questi primi "happening" e installazioni hanno messo in discussione gli spazi artistici tradizionali e il valore che attribuiamo alle cose quotidiane.

Le sue sculture morbide, versioni flosce di oggetti come macchine da scrivere e telefoni, hanno portato la Pop Art a nuovi livelli. Questi giganti giocosi, sia umoristici che inquietanti, hanno messo in discussione la produzione di massa e il consumismo che hanno definito l'epoca. Opere come "Floor Burger" e "Giant Typewriter" hanno trasformato il banale in monumentale, spingendo gli spettatori a riconsiderare il familiare. La collaborazione è diventata una caratteristica distintiva della carriera successiva di Oldenburg. Ha incontrato la storica dell'arte Coosje van Bruggen nel 1970, e la loro collaborazione artistica è sbocciata. Insieme, hanno creato colossali sculture pubbliche come "Spoonbridge and Cherry" a Minneapolis e "Shuttlecocks" a Chicago, trasformando i paesaggi urbani in allegri paesi delle meraviglie.

L'eredità di Oldenburg vive non solo nelle sue sculture iconiche, ma anche nella sua influenza su generazioni di artisti. Ha dimostrato che l'arte poteva essere trovata ovunque, negli oggetti più ordinari, e che l'umorismo e la giocosità potevano essere strumenti potenti per mettere in discussione il nostro mondo. Come ha affermato lui stesso: "Sono per un'arte che sia politica-erotico-mistica, che faccia qualcosa di diverso che divertire". E ha divertito, sì, ma ci ha anche fatto pensare, mettere in discussione e, in definitiva, vedere il mondo con occhi nuovi

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